Nonno Brunero e Nonna Lea

Nonno Brunero e nonna Lea coltivavano rape, bietole e spinaci nei piccoli terreni di loro proprietà. Era una vita dura ma di grande soddisfazione, aravano i campi con l’aiuto delle mucche che avevano allevato e che trainavano l’aratro. La semina era un rituale immutabile fatto rigorosamente a mano e la raccolta una gioia nonostante la fatica e i dolori di schiena perchè, come si diceva in Toscana, la terra è bassa.

 

Una volta raccolte le foglie, nonna Lea le cuoceva in un paiolo di rame sul fuoco del camino e dopo, una volta cotte, le porzionava nella classica forma a pallina e le riponeva in un pentolone coperto. Poi ci pensava nonno Brunero, inforcava la sua “vespa” e con il pentolone fra le gambe le portava ai suoi clienti. Così è nato il nostro lavoro e così è nata questa tradizione. Questa è una piccola storia, come tante, ma senza queste piccole storie adesso non saremmo qui.